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LIBRO TERZO 275

detto l’uomo della più umile condizione e fortuna. I suoi comandi riuscirono mai sempre grati al guerriero ed all’agricoltore, mostrandosi verso il primo liberalissimo sopra ogni altro mortale, conciossiachè procurava sollievo con molto danaro alle pene degli offesi nella pugna, ed a quanti aveano fatto illustri azioni era largo di maniglie e di collane; se alcuno de’ soldati inoltre avesse perduto in campo il cavallo, l’arco o simigliante cosa veniva tosto da lui ristorato del sofferto danno. Que’ di villa poi erangli di buon grado soggetti perchè esperimentavanlo caritatevole e buon provveditore a segno che non ebbevi mai esempio di tollerata molestia durante il suo comando supremo delle truppe; vedeansi per lo contrario fuor d’ogni speranza arricchiti coloro tra’ quali egli si rimanea coll’esercito, comperando questo tutte le cose venderecce al prezzo da’ mercatanti stessi determinato, e quando le messi erano per giugnere a maturanza allontanavane colla maggior cura il più lieve danno cui potessero elle soggiacere per opera della cavalleria ivi a campo; a nessuno tampoco si permettea di toccare le frutta pendenti dagli alberi. Era oltracciò esempio di singolare continenza, avendo ognora serbato grandissima fedeltà alla propria consorte, e sebbene addivenuto padrone colla guerra di cotante donne e d’una mai più veduta bellezza, tolte ai Vandali e Gotti, non solo guardossi bene d’entrarvi anche nella minor dimestichezza, ma non volle neppure che gli venissero presentate. Ingegnosissimo pur essendo nel maneggio di qualsivoglia faccenda, primeggiava soprattutto nell’arte di sapere ne’ dubbj ap-