i già convenuti patti, lo rimproverano qual violatore delle giurate promesse, appongongli nome di volontario schiavo, d’uom che senza rossore preferisce il servaggio al regno, e dopo altre simiglianti invettive esortanlo a non ricusare la suprema dignità; nè paghi tuttavia procedono ad assicurarlo che lo stesso Ildibado verrebbe spontaneo a deporgli ai piedi la porpora ed a riconoscerlo, mercè l’adorazione, re dei Gotti e degli Italiani. Gli ambasciadori in simil guisa compievano lor mandata, certi che Belisario immediatamente accetterebbe il nome reale. Questi per lo contrario fuor d’ogni loro aspettazione protestò che non avrebbe unquemai, vivendo Giustiniano, usurpato un tal nome. Dopo sì energica risposta gli ambasciadori fattisi di subito indietro riferirono a Ildibado il colloquio avuto, e Belisario partì alla volta di Bizanzio, terminando col verno l’anno quinto di questa guerra da Procopio narrata.