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LIBRO SECONDO 251

mo la tradigione di Burcenzio, ed in un confronto tra essi lo rimandò convinto. Il fellone come si vide al tutto scoperto fe’ intiera confessione del commesso reato, ed in pena del tradimento venne posto da Belisario in balìa de’ suoi compagni, che vivo e sotto gli occhi de’ nemici consegnaronlo alle fiamme, perchè assaporasse di tal guisa il frutto della soverchia avidità del danaro.


CAPO XXVII.

Ostinatissimo combattimento alla fonte d’Aussimo. — Resa di Fiesole ed Aussimo.

I. Belisario vedendo i barbari comportarsi con tanta fermezza d’animo tra quelle sciagure divisava privarli dell’acqua, persuaso questa essere la più breve e facile via di costringerli ad un arrendimento. Dalla parte d’Aussimo volta a settentrione, ed un trar di pietra lunge dalle mura aveavi in dirupato suolo una fonte, la cui sottilissima vena cadente in vecchia grotta empivane il cavo, e da qui gli abitatori attignevano a tutto bell’agio acqua; laonde opinò che distrutto quel ricettacolo i barbari fatti bersaglio delle nemiche frecce non avrebbero potuto lungamente rimanervi colle amfore loro per raccorne il bisogno: messosi adunque ad escogitare i mezzi opportuni a tanta impresa, trascelse alla per fine il seguente. Comandato a sue genti di armarsi cinse le mura con tale apparato di pronto combattimento che i Gotti non poterono a meno di sospettare prossimo un generale assalto, e paurosi di