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222 GUERRE GOTTICHE

Ciò basti intorno alla posizione d’Orbibento che Belisario assediò con tutto l’esercito nella speranza di vedere la sua impresa condotta a buon fine mercè del fiume, o per lo meno della fame, che obbligherebbe quel presidio a pattovire ben presto; i barbari tuttavia sinchè non furono intieramente privi di annona, anche quando supplivano a grande stento i bisogni della vita, superarono colla tolleranza loro l’universale opinione; non prendendo nella giornata alimento a sazietà, ma tanto appena che bastasse a non perire d’inedia. Venuta poi meno del tutto la vittuaglia nutrironsi di pelli e di pergamene fatte da prima lungamente macerare nell’acqua, conciossiachè il prefetto Albila, uomo chiarissimo tra Gotti, riconfortavali ognora con vane speranze.

II. L’anno riconducendo la state, già ne’ colti il frumento grandeggiava di per sè, non folto come in prima solea, ma più rado assai, dacchè non ascoso nei solchi per opera d’aratro o d’altro umano artifizio si rimase alla superficie del campo, dove potè germogliare appena in ben piccola parte. Cresciuto, innanzi che il falciuolo giugnesse a mieterlo cadde, nè v’ebbe nuovo prodotto; sorte eguale toccò parimente all’Emilia. Gli abitatori pertanto di questa abbandonato il tutto ripararono nel Piceno colla speranza, giusta il pensamento loro, di non avervi a temere sì grande carestia, marittima essendo la regione. I Tusci eziandio soggiacquero per le medesime circostanze ad eccessiva fame; il perchè vidersi que’ poveri montanari costretti a fare lor cibo la quercina ghianda macinata a guisa di frumen-