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LIBRO PRIMO | 15 |
volissimi della nazione, e fattisi al cospetto di lei si lagnano che il re nè di conformità al grado suo, nè virtuosamente sia educato, avendovi distanza somma dalle lettere al valore, e convertendosi bene spesso in timidezza e pusillanimità gl’insegnamenti ricevuti dai vecchi. Volersi adunque il fanciullo, se riuscir debba valente nell’arte guerresca ed illustre per gloria, allontanare dalla tema de’ precettori, ed esercitare nelle armi. Adducono in pruova dell’esposto Teuderico stesso, il quale non permise mai alle genti sue di mandare la prole ai ginnasii, dicendo loro che indarno cercherebbesi di assuefare i giovinetti a mirar con occhio intrepido e non curante le aste e le spade, ov’e’ temuto avessero lo staffile; oltre di che egli stesso era giunto a conquistare sì gran numero di province ed un regno, quantunque le sue orecchie non avessero udito un che di lettere. «Or bene, o Regina, conchiudono, dà commiato di botto a questi pedagoghi, e disponi che Atalarico meni la vita in compagnia di giovincelli suoi pari, i quali crescendo con esso inducanlo a regnare generosamente e secondo le antiche nostre costumanze.»
III. Amalasunta ascoltò i consigli loro, ed avvegnachè poco le quadrassero, pure temendo qualche tradimento infinse averli cari, ed in tutto secondolli. Tolti adunque dai fianchi di Atalarico i precettori mettonsi a conviver seco de’ garzoncelli non pervenuti ancora alla pubertà, nè gran fatto di esso maggiori. Se non che il piccolo re tocchi appena i tre lustri, abbandonatosi precipitosamente ad instigazione de’ compagni alla crapula, alle donne, e ad ogni altra guisa di mal costume, addi-