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tali e ben degni delle più tristi sciagure. Pochi in appresso ne rimasero in lega co’ Romani, come ricordava negli antecedenti libri, essendosene gli altri tutti distolti, ed eccone il perchè. Gli Eruli mostrarono cotanto abbominevole e ferino veleno contro il proprio monarca di nome Ocone che d’improvviso l’uccisero innocentissimo, adducendone a solo motivo il non volere da quinci in poi andar ligj di alcun re; sebbene l’eletto al trono loro, toltone il nome regale, non acquistasse agi e diritti maggiori di qualsivoglia privato, ognuno potendo sedergli dappresso, partecipare della mensa di lui, ed a viso a viso in impudentissima guisa villaneggiarlo; nè havvi gente che li superi in viltà e leggierezza. Al delitto seguì di colta il pentimento, dichiarandosi incapaci di vivere senza re e senza condottiero; più volte discussa questa faccenda tutti convennero nella sentenza giudicata migliore, quella cioè di chiamare al trono dall’isola di Tule personaggio di regio sangue; che poi si volessero di tal guisa operando passo direttamente a narrarlo.

CAPO XV.

Parte degli Eruli viaggia a Tule. Posizione di quest’isola, ove nella state il sole per quaranta dì non tramonta, e nel verno per altri cotanti non leva; il ritorno di esso vien celebrato con grandissima festività. — Costumanze degli Scritifini. Religione de’ Tuliti. — Parte degli Eruli si procaccia un re di Tule, ed abbandona l’imperatore Giustiniano.

I. Gli Eruli vinti in campo dai Longobardi partironsi della patria, come ho detto, ed una parte fermò