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196 GUERRE GOTTICHE

lirle incontanente nella terra. Al trapassare dei mariti le mogli doveano, in pruova di virtù e per conseguire una sopravvivente gloria, pur esse terminare ben presto di laccio la mortale carriera sopra la tomba del consorte, e rifiutaudovisi aveanne disdoro dai congiunti di lui. A simiglianti leggi gli Eruli in epoca più remota stavansi sommessi.

II. In processo di tempo cresciuti di numero e di forze sopra tutti i vicini barbari ed assalendoli alla spicciolata riportavanne agevole vittoria e molto bottino. Istigati poscia dalla propria cupidigia ed arroganza renderonsi tributarj, contro la consuetudine de’ paesani di quelle regioni, i Longobardi, già seguaci di Cristo, ed altre genti. Alla per fine venute ad Anastasio le redini del romano imperio, costoro non avendo più vicini da guerreggiare, deposte le armi, si rimasero in pace, e vi durarono tre anni; se non che attediati oltre misura da tale inerzia dicevano sfacciatamente ogni male di Rodulfo loro monarca, e chiamavanlo, accennandogli, vile ed effeminato coll’aggiunta per somma ignominia di altrettali improperj. Allora il re commosso da sì gravi ingiurie divisò portare le armi contro degli innocentissimi Longobardi non richiamandosi di colpa veruna, ma per solo capriccio dell’animo suo. Questi risaputolo mandano chiedendogli supplichevoli il perchè e’ s’inducesse a combatterli, bene informati di quanto andasse ognora per le menti e per le bocche degli Eruli intorno alla divisata impresa. Che s’eglino dichiarinsi frodati in qualche parte de’ tributi promettono di subito ripararvi con grande usura; se