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LIBRO SECONDO 159

negli altri accampamenti. Gli Unni colpiti anch’essi dal terribile flagello dovettero tornare in Roma: di questo tenore andavano le cose. Procopio entrato nella Campania non raccolse manco di cinquecento soldati ed approntò moltissime navi cariche di frumento; arrivatavi inoltre dopo breve tempo Antonina attese con lei al benessere del navilio.

III. Il monte Vesuvio in questa cominciò i suoi muggiti nulla mandando fuori di quanto sembrava minacciare con tale strepito da incutere grandissimo timore agli stessi paesani. Esso è lontano da Napoli stadj settanta, e vi sta di contro da settentrione; è molto scosceso, e nel mentre che le sue radici all’intorno vanno liete della grata ombria de’ boschi, la cima inspira orrore in causa de’ precipizj, e degli enormi dirupamenti. Quasi poi nel mezzo havvi un’apertura sì profonda che la diresti penetrare fino al sottoposto piano. Chi ha coraggio di guardarvi entro può vederne il fuoco, la cui fiamma talvolta aggirandosi in vortice non molesta affatto gli abitatori. Ma quando il monte romoreggia a guisa di muggito, da lì a poco gitta fuori un’ immensa quantità di cenere, la quale se incolga uom per la via senza remissione il muore; e cadendo sulle case le abbatte col suo eccessivo peso. Di più ove malauguratamente spiri vento assai forte, innalzasi cotanto da addivenire invisibile, e trasportata giusta la direzione di esso va da ultimo a calare sopra remotissime terre. Si narra che dalla sua discesa tal fiata Bizanzio intimorì a segno da instituire, bramosa di placare il Nume, solenni preci in piena osservanza anche a’ dì nostri. In altro tempo