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120 | GUERRE GOTTICHE |
CAPO XXV.
Belisario trasferisce nella Campania la disutile romana popolazione. — Bandisce papa Silverio nella Grecia. — Innalza Vigilio al Pontificato, e provvede alla salvezza della città. — Alcuni accingonsi a riaprire il tempio di Giano.
I. Tale appunto come abbiam detto si passò quella notte dai Romani e dai Gotti, dopo che questi inoltratisi alla conquista delle mura furonne respinti. Il giorno appresso Belisario fe’ comando a tutto il popolo di tradurre in Napoli le mogli, i figli ed il servaggio meno idoneo a trattare le armi per impedire la diffalta di vittuaglia nella città; e lo stesso ordine diede alle truppe, se aveavi tra esse alcuno provveduto di servo o d’ancella; aggiugnendo che pel momento a cagion dell’assedio non solo venivagli tolta la facoltà di dispensare il fodero giusta l’usanza, ma uop’era di più che ognuno s’accontentasse ricevere l’una metà del cotidiano vitto in natura e l’altra in danaro. Quelli obbedienti pigliarono tosto a grandi turbe la via della Campania, chi valendosi del navilio rinvenuto nel porto romano, e chi pedestre calcando la via Appia; nè ai pedoni su questa via, nè a quelli diretti al porto gli assediatori apportavano danno, pericolo o timore di sorta, non potendo circondare di campi tutta la vastissima Roma, nè cimentarsi a scorrazzare in drappelli a qualche distanza dai proprii steccati per tema di nemica sortita. Laonde alquanti giorni ebbero gli assediati piena libertà di partirsi da Roma e d’introdurvi sovvenimenti d’annona.