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LIBRO PRIMO 111

ciana (così appellata una delle minori che trovi alla destra della Flaminia) il muro, anzichè dalla sua base, dal mezzo alla sommità erasi da pezza sconnesso e spaccato, nè potea dirsi impertanto del tutto in rovina, ma divergente qua e là dalla perpendicolare, e di guisa pendente che ora lo vedevi all’indentro, ora all’infuori del suo regolare livello. Il perchè già da gran tempo i Romani con voci lor proprie chiamavano tal sito muro rotto, e quando Belisario dapprincipio volea atterrarne il guasto e riedificarlo vi si opposero, protestando fermissimamente che l’apostolo Pietro avea manifestato loro di assumerne egli stesso la difesa. Il santo Apostolo del rimanente sopra tutti gli altri è venerato e riverito da questo popolo, alla cui aspettazione e credenza appieno corrisponde l’esito; conciossiachè nè durante quel giorno, nè col tratto successivo, per tutto il tempo che i Gotti assediarono Roma, fu il luogo soggetto ad assalto nemico, andando in cambio affatto libero da ogni trambusto di guerra. E di vero noi stessi non potemmo a meno l’ammirare come un nemico, il quale tante volte con impeto manifesto e pur tante con notturne frodi erasi accinto ad investire le mura, avessele mai sempre, vuoi per dimenticanza, vuoi per trascuratezza da quivi risparmiate. Laonde nessuno di poi ardì risarcirne questa parte, mirandosi ancora, come per lo addietro, fessa; ma il dettone basti.

II. Alla porta Salaria tale de’ barbari, uomo non oscuro, di alta taglia, pieno di bellico valore ed armato di lorica ed elmo, tenendosi presso ad un albero, a qualche intervallo dagli altri e fuori dell’ordinanza loro,