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LIBRO PRIMO | 65 |
CAPO XIV.
I. Al dimane partonsi da Nisibi mille armati in soccorso de’ Persiani, e Belisario ed Ermogene mandano a Perozo scrivendo: «Non havvi mortale, per poco assennato ch’egli sia, al cui giudizio non s’appresenti la pace come il primo di tutti i beni, e il violatore di lei come feconda sorgente di mali ai concittadini ed agli stranieri. È quindi uffizio dell’ottimo capitano il venirne a capo quanto più sollecitamente e’ possa. Al tuo decretare senza motivo alcuno la guerra le due nazioni erano in ottima armonia, i loro monarchi nutrivano al tutto pacifici sentimenti, gli ambasciadori attendevano l’ora di entrare in conferenze, e la universale aspettazione presentiva una felice riuscita nel conciliar le querele de’ nostri regni. Tu però dissipasti le concepite speranze con improvvise scorribande sulle romane terre; il perchè assai prudentemente adoprerai ritirandone le truppe, non ponendo ostacolo ai vantaggi ch’è uopo attendere dallo stabilirsi gli accordi, e non aggravandoti di tutti i mali cui forse appianerà la via un guerreggiare più lungo».
II. Il mirrane riscrisse: «Di buonissimo grado mi presterei a tutte le vostre brame, ed alla piena ese-