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498 | GUERRE VANDALICHE |
fuori di sè per lo spavento; Pasifilo eziandio giuntòvvi in quel parapiglia la vita. Giovanni con pochi Vandali riparò dapprima nel tempio, ma arrendutisi ben presto ad Artabano sotto la fede vennero spediti a Bizanzio. Così Giustiniano, volgendo l’anno decimonono del suo imperio, ed il trentesimo sesto giorno della tirannide di Gontari, tornò repentinamente al possesso di quella regione[1].
II. Somma fu la gloria di Artabano per sì nobili geste, ed ebbene da Proietta, donna di Areobindo, molte ricchezze in dono. L’imperatore inoltre il guiderdonò colla prefettura di tutta l’Africa; se non che ben presto richiamollo ad istanza di lui medesimo in Bizanzio, e diedegli a successore Giovanni fratello di Pappo.
III. Il nuovo prefetto senza indugio passato in Africa null’ebbe tanto a cuore quanto il combattere Antala ed i Maurusii della Bizacene, e secondato nella guerra da prospera fortuna vennegli fatto di ricuperare all’imperio le insegne prese dai barbari micidiali di Salomone, e di cacciare tutte quelle genti al di là delle romane frontiere. Quindi però a non molto tempo i Maurusii Leucati[2] unitisi con forte esercito ad Antala vennero dal suolo tripolitano a soccorrere la Bizacene, e Giovanni mosse a combatterli, ma vinto riparò co’ suoi a Laribo, lasciando al nemico libero il campo di estendere le sue rapine sino a Cartagine e di portare ovunque metteva il piede stragi e desolazione formisura.