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494 | GUERRE VANDALICHE |
comandante di Cartagine, che uccidesse tutti i Greci, lasciandogli nel resto ampla facoltà di fare quanto volesse il bisogno.
CAPO XXVIII.
I. Il tiranno stabilita l’epoca della partenza bramò nel dì precedente avere suoi commensali i tenuti da lui più sinceri e zelanti amici, al qual uopo disposte tre mense in acconcio luogo, sedè egli nella prima, come dicevol era, con Atanasio ed Artabano, col trace Pietro, già lancia di Salomone, e con quanti aveavi di sua maggiore intrinsichezza; nelle altre due vedevi i ragguardevolissimi, per natali, grado e valore, de’ Vandali. Pasifilo ad un tempo dividea privatamente la sua tavola con Giovanni capo dei ribelli di Stoza, e con molti altri favoreggiatori di Gontari. Artabano adunque ricevendone l’invito ebbelo un’assai opportuna congiuntura per torre di mezzo il tiranno, ma non fece partecipi del pensier suo che Gregorio, Artasiro e tre cavalieri, ai quali impose di assistere al convito (portando la consuetudine che i capitani seduti al desco avessero dalle spalle cavalieri in piè cinti di spada), e di por mano al primo cenno di Artasiro, giunta l’ora propizia, all’impresa. Ordinò similmente a Gregorio di ragunare i più valorosi Armeni colle spade al fianco, vietata essendo altr’arme nella città scortando i duci e pur questa de-