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32 | GUERRE PERSIANE |
lia1, e valentissimi nella guerra. Altri uomini illustri da sezzo erano alla testa di quelle truppe, in guisa che di leggieri potea dirsi non avere mai più i Romani messo in campo un esercito maggiore contro il reame di Persia. Se non che i mentovati duci non marciavan tutti di compagnia, nè rendevansi allo stesso punto, ma ciascheduno iva di per sè colle proprie truppe ad affrontare il nemico.
II. Appione egizio nobilissimo tra’ patrizj, assai destro nel governo delle cose pubbliche e consigliero di Anastasio, fu eletto supremo questore di guerra con piena facoltà di regolare come giudicasse meglio le occorrenti spese.
III. A tale esercito impertanto, raccoltosi più tardo che non era il bisogno e procedente con molta lentezza, non venne fatto di sorprendere i barbari nelle terre imperiali, essendosene già costoro, dopo un orribile saccheggio, ritirati con tutta la ricca preda. Nè dei tanti suoi capitani fuvvi chi si proponesse andare oltre a combattere l’oste nemica in Amida, pretestando ognuno che voleasi attendere in prima l’occorrente all’uopo, e ch’era miglior consiglio intrattanto quello di molestar e con iscorrerie il suolo persiano; così stabilito adunque e’ procedevano di continuo nell’antedetto modo, non riuniti cioè, ma l’una parte dell’esercito dall’altra disgiunta. Cavado informato di tutto, sendo loro vicino, corre prestamente verso le romane fron-
- ↑ Anno dell’era volgare 484 circa, e nell’anno 491, vinte del tutto le truppe di Odoacre, si fece re d’Italia.