Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/505


LIBRO SECONDO 481

ma di afferrarvi annunziando a quelli ottimati la venuta di Germano imperial nipote con poderosissima armata di mare, il perchè stessero eglino sull'intesa di schiudergli nella notte alcuna delle porte. Riuscì lo stratagemma, e Paolo entratovi uccisene tutta la guarnigione, e vi riordinò il governo di Giustiniano. Divolgatosi quindi sino a Cartagine l’arrivo di quel duce, i barbari sopraffatti da gravissimo spavento retrocedettero con precipitosa fuga all’estremità dell’Africa; ma risaputo l’inganno pentironsi di aver condonato la vita agli Adrumetini, venendone sì mal corrisposti.

IV. Accesi pertanto di sdegno fecero enorme scempio degli Africani senza riguardo a sesso ed età. Questa fu l’epoca in cui tutta la regione addivenne deserta, e priva della maggior parte de’ suoi abitatori; conciossiachè molti di essi cercarono asilo nelle vicine città, nella Sicilia, e nelle isole adiacenti, e gli ottimati ritiraronsi quasi nell’intiero lor numero in Bizanzio con Paolo il riconquistatore di Adrumeto. I Maurusii da quinci in poi, non avendovi chi resistesse loro, si diedero a predare da imo a sommo il paese, fiancheggiati mai sempre da Stoza addiveuuto potentissimo col mezzo dei Romani corsi volontariamente ed in gran copia sotto le sue bandiere, e di quelli che fatti prigionieri aveangli in appresso giurato fedeltà. Il solo Giovanni era temutissimo dai barbari, ma non voleva impacciarsi di nulla mercè de’ suoi rancori contro a Sergio.

Procopio, tom. I. 31