Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/504

478 GUERRE VANDALICHE

fratello di Salomone. Queglino allora punti dall’inganno, rattristati e tocchi da vergogna per la dabbenaggine loro nel cedere sì goffamente un pegno tanto caro a Sergio ed ai Romani, corrono a cingere d’assedio Laribo, ansiosi di punire lo schernitore e di mettere a soqquadro la città. I costei abitatori adunque sopraffatti dalla paura dell’imminente loro schiavitù, per la diffalta in ispecie colà entro dei bisogni della vita, parlamentarono col nemico, promettendogli, partendosi, molto danaro. E questo, ritenute lor mura inespugnabili, essendosi ognora i barbari mostrati poco esperti negli assalti e nell’impedire l’approvigionamento de’ luoghi assediati, accoglie la proposizione, e ricevuti aurei tre mila desiste dall’impresa: dopo di che tutti i Leucati retrocedettero alle proprie case.

CAPO XXIII.

Imerio fatto prigione dai Maurusii e costretto a secondarli nel tradire la città d’Adrumeto. — La quale torna quindi ai Romani per la scaltrezza del sacerdote Paolo. — Deplorabile stato dell’Africa.


I. In processo di tempo Antala mise novamente in piedi un esercito di Maurusii, e vennegli a compagno Stoza con poche vandaliche truppe. Il perchè Giovanni di Sisinnio, assaissimo pregato dagli Africani, si parte ad incontrarli con agguerrita soldatesca, e con la speranza che unirebbeglisi eziandio il trace Imerio, prefetto delle truppe della Bizacene, sendo a costui già pervenuto l’or-