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LIBRO SECONDO 457

che l’onta del passato. Eccitati adunque da sì nobili sentimenti vuol giustizia ed onore che riprendiate l’antica vostra fede, e cancelliate le vecchie offese con al tutto nuovo contegno: e dacchè il ravvedimento è mezzo efficacissimo di rendere agli oltraggiatori gli oltraggiati benigni e elementi, ed un beneficio opportuno ha possa di cancellare il nome d’ingrati, voi mostrandovi ora fedeli al vostro monarca distruggerete ogni rimembranza de’ falli commessi e del nome odiosissimo cui soggiaceste, dandosi alle umane azioni quello cui fanno diritto gli ultimi avvenimenti; e sebbene fatto il male vana riesca la brama di tornare indietro, riparandovi non di meno con virtuose gesta si perviene a mettere in eterno obblio la colpa, ed a riacquistare la perduta estimazione. Oggi pertanto col dispregiare come ne avete l’obbligo questi esecrandi ribelli appaleserete non solo un animo forte e pronto a combattere da quinci in poi qualsivoglia nemico de’ Romani, ma eziandio che mai, se non se ingannati dai seduttori, operaste altrimenti col tradire l’imperator vostro, avendo la sempre lodevole ritrattazione del male poter sommo d’inorpellarne con idonea scusa la gravezza: e che tal sia la condizion vostra presto Giustiniano ciaschedun voglia di per sè considerarlo. Io poi, dal quale parimente non aveste mai alcuna ingiuria e bene il sapete, e che portandovi ogni benevolenza v’ho bramato compagni nei pericoli di questa guerra, io, lo ripeto, sono a pregarvi che procediate con animo sincero incontro al nemico; il perchè se mai ta-