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LIBRO SECONDO 455

CAPO XVI.

Germano amato dalle truppe. — Stoza risolve di combattere. — Aringa di Germano.


I. Giustiniano risaputa la triste condizione degli affari nell’Africa mandovvi alla testa di poca soldatesca il patrizio Germano, figlio d’un suo fratello, e con lui Simmaco e Domenico, entrambi dell’ordine senatorio, ed il primo questore e capitano de’ cavalieri, l’altro condottiero dei fanti, morto d’infermità Giovanni cui apparteneva quest’ufficio. Pervenuti tutti in Cartagine Germano rassegnò incontanente le truppe, e nello svolgere i ruoli de’ nomi loro, conobbe rimanervi in Africa, tra la capitate e le altre città, non più che la terza parte dell’esercito, sendo il resto disertato al nemico. Laonde non sembrandogli per anche tempo di cimentarsi in campo, metteva ogni suo talento nel conseguire la benivolenza de’ soldati, ed in ispecie di coloro che avevano presso al ribelle amici o parenti, dicendo pieno di zelo nell’amicarseli di essere colà andato per gastigare non le truppe sedotte, ma gli ingiusti e perfidi seduttori. Così dolci parole trascorse nelle file nemiche indussero alcuni imperiali a tornare sotto le abbandonate insegne, ov’e’ riportarono dal capitano umanissima accoglienza ed il grado medesimo che Stoza avea loro conferito. Al divolgarsi quindi per tutto il paese i buoni trattamenti da essi ricevuti, molti dei compagni seguivanne di dì in dì l’esempio venendo in