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LIBRO SECONDO 449

II. Belisario fatto partecipe dell’avvenuto in Africa navigò sull’ora vespertina a quella spiaggia, in compagnia di Salomone, con cento suoi cavalieri astati e con un corpo di pavesai1, quando appunto al nuovo giorno i ribelli credean certa la resa della città, e da tale speranza imbaldanziti avevan tutta la notte vegghiato. Come però seppero al primo albeggiare la venuta di lui, frettolosamente sciolto l’assedio e svelto lo steccato diedersi nella massima confusione ad una turpissima fuga. Il duce romano allora, trascelta una schiera di soli due mila combattenti ed animatala con parole e vie più con larghi doni alla benevolenza dell’imperatore, muove contro di loro aggiugnendoli presso Membresa2, città a trecencinquanta stadj da Cartagine. Qui postisi gli uni e gli altri a campo, Belisario sul fiume Bagrada3 e l’inimico su di alto e malagevol luogo, ordinavan la pugna, tenendosi ambedue fuori d’una città mancante di mura. All’assembrarsi poi colla

  1. Con mille soldati della sua guardia scrive Cousin, non dicendo se fanti o cavalli.
  2. Membressa, o Membrisia presso altri autori. Città della Zeugitana mediterranea secondo l’Itinerario d’Antonino.
  3. Bragada. (Cous.) Mi ricorda in proposito di questo fiume un curioso passo che leggesi in Gellio (lib. vi, cap. 3): Attilium Regulum, egli scrive, castris apud Bagradam flumen positis, proelium grande atque acre fecisse adversus unum serpentem illic stabulantem, inusitatae immanitatis: eumque ballista atque catapultis dia oppugnatum tandem confecisse, et corium longum pedes centum viginti misisse Romam.