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438 | GUERRE VANDALICHE |
CAPO XIII.
I. Al succedersi tali vicende nella Bizacene Iabda, capo de’ Maurusii del monte Aurasio, guastava con trenta mila armati la Numidia menando seco prigioniera gran turba d’Africani. Ed Altia, quivi governatore d’un castello, bramosissimo di togliergli qualche parte del bottino, scortato da non più che settanta Unni gli mosse contro per sorprenderlo in certa gola; ma non rinvenuta vestigia umana su quella campagna affatto rasa e vastissima, deliberò procedere a tal fonte situata in angusto luogo presso la città di Tinge, prevedendo che la mancanza d’acqua nella regione condurrebbevi necessariamente il nemico, avvegnachè le genti sue fossero di contrario parere, mai più immaginandosi di riuscir vittoriosi con tale inegualità di forze. I Maurusii intanto stanchi dal viaggio, oppressi dal caldo, e arsi dalla sete corsero alla sorgente, ma trovatala in potere degli Unni, costernati e lassi arrestaronsi non sapendo più quale partito abbracciare. Venuti quindi i due capitani ad abboccamento Iabda in prezzo dell’attigner l’acqua necessaria alle sue truppe offrì il terzo del bottino; ma Altia non pago della esibizione proposegli in vece un singolare certame, col patto che abbandonerebbe il luogo chi fosse perdente. Accettata l’offerta i Maurusii desta-