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430 | GUERRE VANDALICHE |
schierando siffattamente le truppe; formato coi camelli un circolo ad imitazione di Gabaone, del quale ho già fatto parola1, nel centro di esso rinserrarono le donne ed i fanciulli, solendo questo popolo condur seco nelle guerresche imprese la famiglia, e valersene per la costruzione delle capanne e del broccato, pel diligente governo de’ cavalli e camelli, e per conservare nette e lucide le armature di ferro. Tutta la fanteria armata di scudo, spada e lancia giaceva ai piè dei camelli, e schiere di cavalieri teneansi chete su per quei poggi. Il duce romano al contrario non opponendo forza al nemico dalla parte dell’erta per tema non venisse avviluppata, tutta ordinòlla innanzi alle truppe schierate dall’altra banda, e perchè i suoi non isgomentassersi tornando alla mente loro la disgrazia d’Aigan e di Rufino, si volse ad aringarli dicendo:
III. «Lunge da voi, o prodi che militaste nelle guerre di Belisario, ogni spavento di questi nemici, dei quali neppur cinque mila insiem raccolti poterono competerla con cinquecento Romani, esempio valevolissimo senza dubbio a confortarvi se mai non foste al tutto scevri dal timore; non vogliate dimenticare tampoco la grandezza degli animi vostri, conciossiachè se i Vandali trionfarono de’ Maurusii, voi con tanto minor disagio trionfaste dei Vandali stessi; ben turpe adunque sarebbe che ora i vittoriosi dei vincitori paventassero i vinti e sconfitti. E chi non sa inoltre che la costoro schiatta ha fama di pusilla-
- ↑ Lib. i, cap. 8 di queste Guerre.