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LIBRO SECONDO 425

conquistare molte città; da quell’epoca in poi quanto avvi di terra a mare da Sidone1 alle frontiere d’Egitto fu nomato Fenicia e retto da un capo solo, come testimoniano gli scrittori della rimotissima storia di quella regione. Quivi abitavano popoli numerosi, i Gergesei, i Gebusei ed altri riferiti nei libri giudaici, i quali

  1. (1) « Dopo Berito v’è Sidone per forse quattrocento stadj; di mezzo v’è il fiume Tamira e la selva d’Esculapio e la città dei leoni. Dopo Sidone è Tiro grandissima e antichissima città dei Fenici, la quale può stare con lei al paragone e di grandezza e di presenza e di antichità, ed è per molte favole famosa. Ed ancora che i poeti abbiano parlato più di Sidone, e che Omero non abbia pur fatto menzione di Tiro, non di meno le colonie mandate in Africa ed in Ispagna sin fuori delle Colonne celebrano molto più Tiro. Onde amendue queste città e al tempo antico e al moderno sono state e sono tuttavia gloriose ed illustri; e dell’una e dell’altra si contende quale si debba dire essere la metropoli dei Fenici . . . . . . I Sidonii sono tenuti per uomini che sappiano fare molte arti, che le facciano benissimo, siccome mostra il Poeta (Odissea, » lib. iv; Illiade, lib. xxiii ), oltre che sono anche studiosi sì dell’Astronomia come dell’Aritmetica . . . . . . E se abbiamo a credere a Posidonio, l’antica opinione degli atomi fu di un uomo di Sidonia chiamato Mosco, il quale fu innanzi la guerra di Troia. All’età nostra sono stati famosi filosofi di Sidone Boeto, in compagnia del quale noi abbiamo dato opera alla filosofia di Aristotele, e Diodoto suo fratello » (Strab., lib. xvi, tr. del B.) « Posidonio racconta che nella Fenicia essendo avvenuto un terremoto fu inghiottita una città fabbricata al di là di Sidone, e che in Sidone stessa quasi due parti delle mura rovinarono, non però a precipizio, sicchè non v’ebbe grande strage di abitanti » (Str., lib. i, tr. di Fr. A.) V. inoltre Diodoro Sic., lib. xvi.