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LIBRO SECONDO | 423 |
CAPO X.
I. Salomone, ricevuto il governo dell’esercito d’Africa, vedendo in istato di ribellione i Maurusii, e tutta quella repubblica in grandissimo sconvolgimento, non sapea decidersi per la molta perplessità dell’animo suo a partito alcuno. Eragli di sopra più giunto avviso che i barbari aveano trucidato nella Bizacene e nella Numidia le poche truppe lasciatevi di guernigione, e posto l’intiero paese a ferro e fuoco; in ispecie poi riempirono di grave terrore e lui e Cartagine le funeste morti incontrate colà da Aigan massageta e dal trace Rufino, chiarissimi entrambi, e nella casa di Belisario e nell’esercito romano altamente onorati; essendo l’uno, Aigan, lancia a cavallo, e l’altro, il valorosissimo Rufino, semioforo, o con voce romana pennoniere, nelle guardie del supremo duce. Or bene costoro, a que’ dì comandanti de’ cavalieri nella Bizacene, osservando i Maurusii intenti per ogni dove alla preda, al saccheggio ed al menare schiavi gli Africani, si posero colla soldatesca a guardare alcune gole, ed al giugnervi dei ribelli col bottino massacravanli e rendevan liberi i prigionieri: Cuzina però, Dilasa, Surfute1 e Medisinissa, condottieri de’ barbari in que’ dintorni, avutone
- ↑ Isdilasa, Giufrute, secondo altri testi.