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416 | GUERRE VANDALICHE |
sione che le imprese stesse malagevolissime, ed impossibili a parer nostro nell’eseguimento loro, spesso riduconsi a buon termine dagli animosi con ben degno universale stupore: tale fu appunto il caso di questa guerra, non sapendomi se abbiavene altra da paragonarsi a lei. Ed in fe mia, come non trasecolare vedendo il quarto successore di Gizerico ed un regno fiorentissimo per ricchezze ed esercito, vinti e rovinati in così breve tempo da cinque mila stranieri privi di spiaggia e di porto a cui liberamente afferrare? (Non maggiore, senza contrasto, fu il numero delle truppe condotte da Belisario in Africa, e che vi riportarono sì grandi vittorie o in virtù di propizia stella, o mercè dell’animo loro): torniamo a bomba.
CAPO VIII.
I. Terminata la guerra vandalica l’invidia, ognor pronta a far mostra di sè nelle grandi prosperitadi, tramò insidie all’innocentissimo Belisario coll’indurre alcuni duci di quell’esercito ad accusarlo, innanzi Giustiniano, come reo di broglio per usurparsi la tirannia. Questi però fe sembianza di non molto badarvi, o perchè tenesse a vile i calunniatori e la calunnia, o perchè altro nascoso motivo inducesselo a fingere; solo mandogli Salmone colla proposta o di accompagnare