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372 GUERRE VANDALICHE

dovi nemici, e salito nella reggia occupovvi il trono di Gilimero; e qui appresentaronglisi i mercatanti di quella spiaggia per richiamarsi ad alta voce contro le sue genti, che avevanli saccheggiati nell’ultima notte. Il duce allora strinse con giuramento Calonimo, autore del commesso delitto, a manifestare e rendere la preda; costui promiselo, ma quindi spergiuro diedesi alla fuga portando seco tutto il bottino. Non andò guari però che aggiunselo in Bizanzio il gastigo di sua perfidia, perduto avendo il senno in causa d’un colpo apopletico, e laceratosi per lo grave malore co’ denti la lingua tra mille guai uscì di vita; la fine di lui non di meno vuol riferirsi ad un’epoca più lontana.


CAPO XIX.

Origine delle voci delfico e palazzo adoperate per indicare il cenacolo e l’abitazione de’ romani imperatori. — Belisario salvator di Cartagine. — Scioglimento d’un enigma, e compimento d’una visione.


I. Arrivata l’ora del pranzo Belisario fece apprestare il suo desco laddove Gilimero sedeva a convito co’ ragguardevolissimi personaggi de’ Vandali, il qual luogo in Bizanzio ed altrove e tuttora chiamato dai Romani grecizzanti delfo, in grazia d’un tripode collocato in antico nell’imperiale cenacolo perchè i coppieri vi ponessero i vasi entro cui mescevano al re. Al tripode poi è venuto il nome dalla città di Delfo, prima ad intro-