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LIBRO PRIMO 355

la quale supplì doviziosamente i bisogni delle truppe e degli animali1. E Procopio allegratosene col duce aggiugnevagli non già pigliarne diletto per la opportunità ed abbondanza sua, ma perchè il teneva presagio avuto dall’alto d’un’agevolissima vittoria, come fu il caso. Le truppe ripararono la notte nel campo guardandolo con diligenza somma, ed attendendo alle consuete loro faccende. In quanto alle navi, dimoravano sopra ognuna di esse cinque arcieri incaricati della loro custodia, e altri faceanvi intorno la ronda per guarentirle da qualsivoglia sciagura.

    questa Adrumeto, Lepti minore, Ruspina, Teua, Macomade; avendo la circonferenza di dugento cinquanta mila passi, e terre sì fertili da rendere ai coltivatori il centuplo delle sementi (V. Plinio, St. Nat.). Il perchè Sillio cantava:

    .  .  .  .  .  .  .  .  .seu sunt Byzacia cordi
    Rara magis, centum Cereri fruticantia culmis.

    «I popoli più meridionali della Libia, dice Strabone, si chiamavano Etiopi. Al di sopra di questi si chiamano per la maggior parte Garamanti, Farusii, e Nigriti: e al di sopra anche di questi sono i Getuli. Quelli poi che stanno vicini al mare o sulla costa di quello, verso l’Egitto fino alla Cirenaica, li chiamano Marmaridi. Al di sopra della Cirenaica e delle Sirti stanno i Psilli, i Nasamoni, ed alcune tribù dei Getuli; poscia i Sirti, ed i Bizacii sino a Cartagine» (Lib. ii, tr. di F. Ambrosoli).

  1. Gl’indigeni chiamavano Caputuada il luogo dello sbarco, da cui scaturì la portentosa fonte. E Giustiniano a perpetuare la memoria di questo favor divino, edificovvi una murata città (gli Edif., lib. v).