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LIBRO PRIMO 343

scala di fresco le navi colle truppe di Valeriano e Martino. Qui Belisario, cessato ad un tratto il vento, diede in terra coll’esercito, rassegnollo, e fu largo di onori cogli antedetti capitani. Essendo poi costretto a prolungarvi sua dimora in grazia del tempo, ebbe a soffrire la perdita di molti soldati presi da malattia, e fommi a dire il come.

II. Giovanni prefetto del pretorio uom era scellerato in tutto, specialmente però nell’escogitar cose perniciosissime alla comune degli uomini: ed avendone io già esposte alcune dando principio a questo lavoro, passo ora a narrare come l’estrema sua avarizia addivenisse funesta sorgente di morte nell’esercito. È costumanza d’infornare due volte il pane della truppa, acciocchè una maggior cottura rendalo più salubre e meno soggetto a guastarsi, nè tale addiviene se non se dopo aver perduto almeno la quarta parte del primitivo suo peso. Costui adunque, macchinando il mezzo di spa-

    da quanto ne dicono i Motonesi medesimi, mutò nome presolo dalla Motone figliuola di Eneo, ed affermano che a lui figlio di Portaone dopo la presa d’Ilio ritornatosene con Diomede nel Peloponneso, nascesse di concubina una figlia Motone. A parer mio diè il nome al paese lo scoglio Motone che fa loro anche il seno; perchè stendendosi sott’acqua rende più stretto il passo alle navi, ed insieme sta lì a mettere ostacolo che dal profondo non si rimescoli il flutto». (Della Messenia, cap. 55, trad. del cav. Ciampi). Strabone: «Appresso (dopo le Strofadi) viene Metona; la quale si dice che fosse da Omero denominata Pedaso: una delle sette città che Agamennone promise ad Achille» (lib. viii, trad. di F. A.).