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314 | GUERRE VANDALICHE |
zia, ma non potè di subito ascendere in trono, come fortemente desiderava, avendo Leone tolto di mezzo Aspare ed Ardaburio, insospettitosi ch’e’ tendessero insidie alla sua vita1.
C A P O VII.
Morte di Antemio, di Olibrio e di due Leoni. -— Laude di Maggiorino; suo stratagemma; prodigio arrivatogli; speranze di Roma fondate sulla riputazione del costui valore e svanite col la sua pronta morte. — I successori Nipote, Glicerio ed Augustolo hanno breve durata. — Basilisco usurpa l’imperio, e tradito da Armazio cade nelle mani di Zenone per opera di Acacio vescovo della chiesa in cui aveva asilo. — Sua lagrimevol fine. — Convenzione di pace tra Gizerico e Zenone. — Morte ed ultima volontà del primo.
I. Non guari tempo andò che Antemio imperator di Roma fu tolto ai vivi da Recimero suo genero2, e dopo brevissima durata ebbe pure l’egual sorte Olibrio3 successor di lui. Nell’oriente poi al mancar di Leone fu dal popolo salutato imperadore insiem col padre un
- ↑ «Ardaburio meditando insidie contro l’imperatore, procurò di trarre al suo partito gl’Isaurii, ma un certo di nome Martino, famigliare di Artaburio, manifestò la trama a Tarasicodisa; di modo che, aumentandosi ognora più da amendue le parti i sospetti, l’imperatore privò di vita Aspare, ed i suoi figli Ardaburio e Patrizio Cesare» (Candido Is.)
- ↑ Fu eletto imperatore nell’anno 466 dell’era volgare, come si disse, prese la corona imperiale nel 468, e morì nel 472.
- ↑ Regnò mesi 3, e giorni 23, correndo l’anno 472.