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LIBRO PRIMO 293

compiace il Nume essere aiutatore non già degli astuti o degli orgogliosi, ma di chi, non malvagio, cadde in estremi disastri, come era il caso dell’infelice Onorio. Imperciocchè ad un tratto ferì le sue orecchie la nuova della uccisione dei prefetti mandati da Attalo nell’Africa, ed i suoi occhi la comparsa d’una potente ed improvisa armata di mare speditagli in aiuto da Bizanzio. Alarico da ultimo adiratosi con Attalo per la costui dappocaggine e privatolo dell’imperio, il rinchiuse in carcere; quindi, morto anch’egli di malattia, il successore Ataulfo1 conducendo un esercito di Visigoti nella Gallia vi sconfisse il tiranno Constantino, ed ucciselo con tutta la prole; ma più non riuscì ai Romani di ricuperare la Britannia, essendo questa passata dall’uno all’altro tiranno.

IX. I Goti valicato l’Istro impadronironsi della Pannonia2, e poscia ottennero dall’imperatore di trasferire lor dimora nella Tracia3; ma soggiornatovi ben

  1. Figliuolo del defunto.
  2. Strabone descrive siffattamente la Pannonia de’ tempi suoi: «I Breuci, gli Andizeti, i Dizioni, i Pirusti, i Mazei, i Disiziati, de’ quali fu condottiero Batone; sono tutti popoli pannonj; e così anche altre piccole genti e di poca fama: giacchè la Pannonia si estende fino alla Dalmazia, e quasi anche fino agli Ardiei (ora parte della Dalmazia presso il fiume Nareola) andando verso il mezzogiorno. Tutta questa parte che dal fondo del mare Adriatico va al golfo Rizonico ed al territorio degli Ardiei è montuosa, e si trova fra il mare e le nazioni pannonie» (lib. vii, trad. di F. A.) Ora è detta Ungheria.
  3. Così detta da Trace figliuolo di Marte; ampia provincia d’Europa all’oriente del mar Nero, ed oggidì chiamata Romania o Rumelia.