Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/265


LIBRO SECONDO 243

i confini dell’Armenia. Ma non guari prima il re paventando forte la pestilenza erasi trasportato coll’esercito nell’Assiria, libera ancora da sì orrendo flagello.

IV. Valeriano piantò il suo campo vicin di Teodosiopoli e ne fe parte a Narsete duce degli Armeni e di alcuni Eruli; Martino prefetto dell’oriente arrivato al castello di Citarizo1, lontano sole quattro giornate da Teodosiopoli, vi pose gli alloggiamenti con Ildigero2 e Teotisto da principio, ricettandovi nel tempo avvenire anche Pietro, Adulio ed altri prefetti cui soprastava Isacco fratello di Narsete. Filomene3 e Vero cogli Eruli giunsero su quel de’ Corseni4, e vi si steccarono a piccolo intervallo da Martino. Giusto, figliuolo

  1. Catarizo in Menandro; è rammentato eziandio da Teofilatte, lib. iii, cap. 15. Negli Edifizj è detto castello dell’Astianene (lib. iii, cap. 3).
  2. Isdigero (Cousin).
  3. Philimuth (Cousin).
  4. «Da Citarizo verso Teodosiopoli e l’alta Armenia v’ha la provincia Corzane. Questa si estende circa il cammino di tre giornate; nè stagno alcuno, nè alcun fiume, nè montagna la separano dalle terre persiane. Gli abitanti, in tal modo confusi, o a’ Romani ubbidiscono od a’ Persiani, vivendo scambievolmente senza sospetto d’insidie e senza paura alcuna; fanno parentadi tra loro e mercato di viveri, e lavorano d’accordo ed in comune le terre» (gli Edifizj, lib. iii, cap. 3). «La Corzena e la Cambisena soprattutto giacciono verso settentrione, e sono per ciò nevosissime, appartenendo ai luoghi montani del Caucaso, all’Iberia, ed alla Colchide» (Str., lib. xi). Sembra poi al Silandro che la Corzena di Strabone sia la Cotatena di Tolomeo.