Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/263


LIBRO SECONDO 241

CAPO XXIII.

Pireo, divinità santissima appo gli Ardabigareni. — Cosroe tradito dagli ambasciadori. — Ordine imperiale d’una scorreria nella Persia. — Accampamento dell’esercito romano.

I. Cosroe standosi in quel degli Assirj e calcando la via di tramontana per giugnere ad un castello detto Ardabigara1, deliberò attraversare la Persarmenia per avventarsi nuovamente contro il suolo romano. Quivi è il gran Pireo, nume veneratissimo da Persiani, sull’ara del quale per opera de’ magi arde perpetuo fuoco ed offronsi vittime, sendone gli oracoli molto invocati negli affari gravissimi; è desso in breve la divinità nomata Vesta dagli antichi romani. Ma venutogli intrattanto un messo da Bizanzio a prenunziare l’imminente arrivo di Constanziano e Sergio2, imperiali ambasciadori, l’uno illirico, l’altro della mesopotamica Edessa, ed ammenduni retori e forniti di molta prudenza, i quali recavansi a lui per trattare la pace, nella costoro aspettativa si rimase tranquillo.

II. Se non che ritardatisi nel viaggio per l’infermare di Constanziano ed il pestilenziale morbo inol-

  1. Ardabigane (Cousin).
  2. Agazia dà a costui un profondo sapere delle lingue, il possesso in grado eminente della stima di Cosroe, ed il primato in fra i turcimanni delle due monarchie.
Procopio, tom. I 16