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232 GUERRE PERSIANE

reggia, ed in allora alla testa d’un corpo di Armeni, e mille cavalieri, ingiugnendo loro di prendere tutte le guise più atte ad incutere al nemico gravissimo timore che là si rimanessero per tragettare l’Eufrate ed assalire i persiani confini. Quando poi udì vicino Abandane fecesi erigere con alcune grosse tele una tenda, nomata padiglione dai Romani, e vi dimorava seduto

    ruoli militari, abitavano i più la città, ed avevano il privilegio di vestire la divisa del corpo; tale instituzione pertanto sembra non avere avuto altro scopo che la pompa del principe, ed il servire alla maestà delle sue funzioni. Distinguevansi poi le scuole in parecchi ordini, ognuno de’ quali avea il suo particolar nome, per esempio i soldati pretoriani, i custodi del palazzo, quelli del corpo, gli escubitori, o vogliam dire le sentinelle; e di loro chi avea stipendio, chi era semplicemente onorario.
    Ad un più nobile ordine tuttavia appartenevano i domestici, i protettori, ed i silenziarii, questi ultimi in ispecie, il cui capo nomavasi gran silenziario, riscuotevano somma riputazione, e siccome dimoravano nell’intimo gabinetto, o sia nella camera di riposo dell’imperatore, erano anche detti cubicularii, dove custodir dovevano il maggior silenzio, rammentato loro ognora dalla propria denominazione. La stanza inoltre ove dimoravano chiamavasi pure il secondo velo a differenza del primo velo collocato all’ingresso delle prime sale, appellate concistorii dal trattenervisi la moltitudine in aspettativa di essere presentata. Le voci poi primo e secondo velo corrispondono a prima e seconda porta, mercecchè un velo, o cortina o portiera, chiudeva l’ingresso ne’ palazzi e negli appartamenti. L’ordine de’ silenziarii in fine tenevasi di tanta dignità da essere agguagliato a quello de’ senatori, de’ patrizj, e de’ prefetti, come rileviamo di leggieri anche da queste parole di Doroteo: «Il senato, i patrizj, i prefetti, i silenziarii, milizie tutte onoratissime».