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LIBRO SECONDO | 229 |
sacra e preziosa suppellettile del Gerosolimitano; nè ai Romani, duci e truppe, bastò l’animo di affrontarlo o di essergli molesti per la via, deliberando invece riparare ne’ luoghi muniti, e difenderli com’e’ potessero il meglio.
V. Se non che Giustiniano avvisato della spedizione di Cosroe elesse nuovamente Belisario a condottiero dell’esercito contro i Persiani, e questi partì di subito co’ pubblici cavalli per accelerare l’arrivo nel’Eufratesia. Divulgatasi la sua venuta, Giusto, nipote dell’imperatore, e Buze ed altri duci riparati entro Gerapoli inviarongli una lettera del tenore seguente:
VI. «Cosroe, ti è noto, marcia contro di noi alla testa d’un esercito ben più forte del primo: ignoriamo ancora dove tenda, ma è di certo da qui non lunge, e passa oltre non depredando la calcata regione. Se brami conservare la tua libertà per usarne a pro dell’imperatore, di noi stessi e de’ Gerapolitani non hai miglior partito a scegliere che quello di rinchiuderti entro queste mura». Belisario nondimeno, riprovando il consiglio e la pusillanimità loro, avviossi incontamente ad Europo1, castello presso dell’Eufrate, e raccolto l’esercito da ogni banda vi pose il campo; dopo di che tal riscrisse ai prefati duci.
VII. «Se Cosroe prendesse a guerreggiare uomini