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LIBRO SECONDO 193

struì un ponte vicino al cosiddetto Obbane, luogo solo quaranta stadj lontano dal forte Barbalisso1, e sopra valicatovi il fiume ordinò a tutto l’esercito di fare il simile nello spazio di tre giorni, dopo i quali si romperebbe; ed in conformità al comando nel terzo dì sebbene rimanesse indietro molta truppa, riuscita nel tratto successivo a raggiugnere comunque il duce, fu distrutto. Una brama di gloria intanto destògli il pensiero di conquistare Edessa, e la credenza somma tra’ cristiani ch’ella fosse inespugnabile vie più accendevalo ad eseguire ostinatamente il divisato progetto, e qui riporterò d’onde a lei derivasse la supposta prerogativa.

II. Eravi altre volte in Edessa un toparca (nome dato ai regoli di ciaschedun paese) chiamato Augaro2 e d’intelletto e prudenza superiore ad ogni altro del secolo, il quale itosene a Roma per istrignervi lega seppe coll’assennatezza de’ suoi ragionamenti conciliarsi per guisa la stima e l’affetto dell’imperatore da non poterlo più indurre ad accordargli la permissione di restituirsi nel regno. Chiesto adunque replicatamente ma sempre indarno commiato, ebbelo in fine mercè del seguente artifizio: Essendo valentissimo cacciatore andò tal giorno per volere di Augusto a far pruova di sua bravura, e trascorsi que’ dintorni rivenne carico di molta preda e con essa delle varie terre su cui avevala

  1. Ora Beles.
  2. O Abgaro. Questo nome si pretende essere stato proprio a tutti i re Osroeni di Edessa.
Procopio, tom. I. 13