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114 GUERRE PERSIANE

intrattanto noi siamo più che disposti a darvi statichi scelti intra le prime romane famiglie per rimovere ogni dubbio sulla verità di quanto asseriamo. Ritiratevi adunque dalle nostre frontiere, acciò sieno le conferenze pienamente libere e tranquille». Pronunciate appena queste parole capita dalla Persia un messo apportatore della morte di Cavado, della elezione di Cosroe, e dei torbidi nati in tale frangente. Le nuove udite ed insiem la paura che sorvenissero gli Unni persuasero ai duci persiani di accettare le offerte condizioni, e gl’imperiali diedero loro in ostaggio Martino e Senecione guardia di Sitta: levatosi quindi l’assedio tornarono le truppe nel regno, e dopo la partenza loro incontanente gli Unni comparvero su le imperiali terre, dove, più non trovando i Persiani, fecero brevissima dimora.


CAPO XXII.

Ambasciatori di Giustiniano in Persia per conferire sulla pace. — Rufino, altro d’essi favorito da Cosroe, diviene sospetto ai colleghi. — Patti e conchiusione della pace.

I. Rufino, Alessandro e Tommaso, eletti ambasciadori con Ermogene, vennero a Cosroe, in allora sulle rive del Tigri, ed al presentarglisi innanzi tosto ebbero per suo ordine libertà gli statichi. Quindi i Romani presero a dire molte cose, di soverchio cortigianesche e disdicevoli al carattere di lor nazione, per mitigarne lo sdegno ed ottenere la pace; la ebbero in effetto per