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LIBRO PRIMO 113

bonlo in cosa veruna disubbidito. Ed il re fecegli scrivere l’ultima sua volontà, destinando Cosroe al trono; dopo di che uscì prestamente di vita1.

VI. Terminata la cerimonia della pompa funebre Coase voleva impossessarsi del regno, Mebode però il contraddisse rammentandogli non essere a chicchessia accordato l’ascendere di per sè alla suprema onoranza, ma doversi questa compartire dall’unanime consenso degli ottimati del regno; e quegli sperando ottenerne i voti, di leggieri condiscese ad attendere la costoro sentenza. Ragunatosi pertanto il consiglio Mebode lesse il testamento a favore di Cosroe, e la rimembranza del virtuoso defunto ebbe tanto potere su quegli animi, che tutti ad una voce proclamaronlo signor loro; di tal guisa e’ pervenne a conseguire la monarchia persiana.

VII. Sitta ed Ermogene, per tornare alle guerresche faccende, presi da grave timore non Martiropoli s’arrendesse, nè avendovi altronde mezzo di soccorrerla, fecero una deputazione ai comandanti nemici, la quale, giunta alle costoro tende, sì disse: «Voi non v’accorgete, o Persiani, che ributtando la pace involontarj tradite la causa del re vostro, e gl’interessi comuni ad ambe le genti. Gli ambasciadori di Giustiniano per accomodare le nostre querele arriveranno in brev’ora; ed

  1. «Cavado ristabilitosi in trono vi sedè, più che prima dispotico altri anni trenta, cosicchè in due volte la sua monarchia giunse agli anni quarantuno (Agazia, lib. iv, cap. 11).» L’epoca della sua morte corrisponde all’anno quinto di Giustiniano imperatore ed al 532 dell’era volgare.