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84 GUERRE PERSIANE

e il secondo alla sorella Ifigenia, consacrati di poi, senz’alterarne l’edificio, ai riti cristiani. La città nomasi tuttavia Comana in monumento della recisa chioma d’Oreste, il quale appena offerto alla Dea questo tributo risanò, divenuto in prima furente, secondo la fama, col rendersi matricida1. E qui riprendo il rotto filo dell’argomento.

V. L’Eufrate dall’armena Tauride e dall’Edessena, ingrossatosi colle acque di altri fiumi, in ispecie dell’Acesine, va a bagnare la Lencosiria, che noi chiamiamo Armenia minore, di cui Melitene2, città prestan-

  1. Intorno a questa narrazione V. Paus., lib. viii, cap. 34.
  2. In più luoghi Strabone parla solamente della regione Melitene, perocchè non prima di Traiano vi surse un forte dello stesso nome. Procopio nel lib. iii degli Edif. scrive: «Nell’Armenia, detta in addietro minore non lungi dall’Eufrate erano stati messi in istazione soldati romani; e il luogo dicevasi Melitene, e legione il numero de’ soldati; ivi i Romani avevano anticamente eretto un forte quadrato posto in aperta pianura, e fattone quartiere comodissimo ai soldati ed alle insegne militari. Poscia, così stabilendo Traiano augusto, quel luogo fu inalzato all’onor di città, e diventò la metropoli della nazione; perciocchè coll’andare del tempo cresciuta Melitene in ampiezza e il popolo, nè potendo questo contenersi entro le antiche fortificazioni, divenute in proporzione troppo anguste, si erano costrutte case, come accennai, nella pianura adiacente, ove si aggiunsero e templi e palazzi pe’ magistrati e foro, e mercati per la vendita delle cose occorrenti, e quartieri distinti, e portici e bagni, e teatri, e quanto può dare splendore ad una grande città; sicchè la parte massima di Melitene consisteva ne’ sobborghi. Anastasio imperatore avea preso a cingerla di mura, ma egli morì prima di dar fine all’opera. Giustiniano