e nissuno ardiva far ne’ discorsi alcuna menzione di lui, quando due anni e quattro mesi dopo, avendo forse eccitata qualche commiserazione, mandato fuori di là guardossi da tutti come un uomo risuscitato. Ma da quel tempo incominciò a non vedere più lume, e sempre fu del resto ammalato. Così accadde a Buze. Belisario poi, sebbene di niun delitto accusato, ad istanza dell’Augusta venne tolto di carica dall’Imperadore, dato in sua vece il comando dell’esercito di Oriente a Martino; ed i soldati armati di scudi, e quelli armati d’asta, e la rimanente guardia di Belisario, delle cose di guerra peritissima, conceduti ad alcuni primati di corte, ed agli eunuchi, i quali tutti, tirando costoro a sorte, così anche armati si spartirono tra essi. Oltrecciò agli amici, che dianzi si fossero in alcun modo interessati per lui, proibì di praticarlo. E fu certamente miserabile spettacolo ed acerbo, e non facile a credersi, quantunque veduto da tutti, Belisario, sì grande dianzi, e allora ridotto a privato stato, camminar solo per la città cogitabondo e triste, pien di timore di vedersi ad ogn’istante insidiato e scannato. E poichè l’Augusta avea udito che nell’Oriente era una grande somma di denaro, la quale tenevasi a conto di Belisario, commise ad uno de’ regii eunuchi che avesse, a farla trasportare alla capitale. Queste cose l’Imperadrice fece in grazia di Antonina, che volea male a Belisario; ma più ancora per l’amore, e la gratitudine, che a lei la legava a cagione di quanto quella avea fatto in ruina di Giovanni cappadoce. Ed ebbe poi spezialmente in idea, che se una volta ad Antonina paresse di chiederle in grazia il reo marito, e di