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l’esercito di querelarsi dell’abbandonamento di ogni bagaglio: ma però è certo, che assai a quello sconcio contribuì la gran fretta, colla quale a cagione dell’arrivo di Antonina la ritirata si eseguì; e questa particolare cagione non mi parve sicura cosa il dichiararla, siccome da principio dissi, prima d’ora. Fatto è poi, che da quel tempo il popolo romano parlò male di Belisario, come quegli, che ai sommi interessi della repubblica preferito avesse i domestici. E di vero gravemente turbato per gli affronti fattigli dalla moglie, di mal animo potea dai confini dell’Imperio allontanarsi troppo, inteso, com’era, a voler vendetta di Teodosio tosto che avesse saputo che Antonina si fosse partita di Costantinopoli. Egli intanto ordina ad Areta, che con un corpo di truppa passi il Tigri; cosa che Areta non eseguì, ritornato essendo senza laude al grande accampamento. In quanto a sè, prese le sue misure per non discostarsi dalla frontiera romana nemmeno quanto porta il cammino di una sola ora, comunque pur fosse che il posto presidiato in Isauria non ne distasse più di quanto in un giorno può uom sollecito scorrere venendo da Nisibi: essendo altronde la strada più breve della metà. Ed è poi certo che se da principio con tutto l’esercito Belisario passato avesse il Tigri, egli tutta la provincia degli Assirii avrebbe potuto mettere a sacco, e senza impedimento giungere sino a Ctesifonte: così prima di ritirarsi liberando e gli Antiocheni, e quanti Romani erano prigionieri. Diversamente facendo diede comodo a Cosroe di ritornare in tutta sicurezza nel suo regno dalla spedizione che fatta avea nella Colchide. Ed ecco come ciò fu.