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Ad Evagrio si aggiunge Zonara, il quale parlando di Giustiniano si esprime di questa maniera. «Salito Giustiniano al trono, non uno solo ebbe in mano il potere, ma furon due: perciocchè sua moglie non meno di lui, anzi più di lui assolutamente potè. Fu questo Imperadore di facile accesso, pronto del pari a punire, e a credere veri quanti delitti gli venissero denunciati. Il denaro inconsideratamente profuse, e per ogni via e lecita ed illecita ne accumolò, spendendolo poi parte in edifizii, parte in mandare ad effetto i suoi disegni, parte nella guerra, e in perseguitar quelli, che alla sua volontà erano avversi. Per tal modo avendo sempre bisogno di denaro, se lo procacciava con ragioni poco oneste; e molto grati avea coloro, i quali gli additassero le strade di metterne insieme. Nè egli solo era fatto così; ma l’imperadrice ancora, la quale punto non cedeva a lui nè in licenza, nè in diligenza, onde in ogni maniera far denaro. Ed anzi di gran lunga superava il marito in prepotenza; e con sottilissimo ingegno sapea trovar nuovi e varii modi di averne. Perciò i sudditi erano oppressi da doppio peso; ed accrescevansi i tributi annui, e se ne escogitavano de’ nuovi. Venivano multati alcuni per cattive opinioni religiose; altri privavansi delle loro ricchezze perchè viveano senza moderazione, e con petulanza; altri per contese che