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CAPO VII.

Giustiniano cinge di mura le città di Numidia, spezialmente intorno al monte Aurasio. Foro di Traiano in Sardegna. Septa presso le Colonne d’Ercole fortificata.


In simile maniera assicurò la Numidia con mura e con presidii militari; e vengo ai particolari. È nella Numidia il monte Aurasio, che in tutto il mondo non ha l’eguale. Sorge questo tutto scosceso a prodigiosa altezza, e voglionvi quasi tre giornate a fare il giro. Difficile da salirsi è al primo tratto, nè altro presenta che precipizii. Alla sommità però ha buon terreno, campagna piana, strade facili, grassi prati, orti pieni di belle piante, ed aromi di ogni genere, fontane sgorganti dalle rupi, acque placide, e fiumi riboccanti; e quello che è più mirabile, biade e frutta in questo monte maggiori che in tutto il rimanente dell’Africa. Tale si è la natura del monte Aurasio, il quale avendo i Vandali occupato sino dal principio di loro dominazione, dai Mauri poi fu loro tolto, ed abitato fino a che Giustiniano imperadore, cacciati costoro, lo aggiunse all’Impero romano; e perchè que’ barbari non ritornassero ad infestarlo, cinse di mura le città che all’intorno di quel monte trovò deserte, e quasi senza nissuna difesa; ed inoltre ivi piantò due castelli con buon presidio per togliere a’ vicini ogni speranza d’invaderlo. Fortificò poi saldamente le altre città della Numidia. Tanto fece ivi.