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libria. E questo è ciò che Giustiniano Augusto fece rispetto ai Muri lunghi.

Eraclea, città marittima e vicina, altrimente detta Perinto, anticamente tenne in Europa il posto principale; ed oggi lo cede soltanto a Costantinopoli. Essa non è guari, giaceasi in somma aridità, non perchè di tale natura sia la campagna che le stà d’intorno, o perchè i fondatori di essa trascurassero di provvederla di acqua: chè l’Europa è felicemente irrigata da fontane, e quegli antichi avevano ivi costrutto un acquidotto. Ma il tempo lo avea disgraziatamente viziato, e qualunque fosse la cagione per la quale non se ne fece conto, e si trascurò di conservarlo, la cosa giunse a tale, che gli abitanti di quella città l’abbandonarono. A pessimo stato era pur ridotto per vetustà un palazzo splendidissimo, che Eraclea similmente aveva. Ora avendola l’Imperadore visitata, guidato non da momentanea leggierezza, ma da liberalità veramente reale, la città copiosamente provvide di dolci e limpide acque; nè soffrì che mancasse più oltre dell’onore di un palazzo imperiale; perciocchè lo rifece in ogni sua parte.

Redesto era luogo marittimo non più di una giornata di cammino lontano da Eraclea, comodo per la navigazione dell’Ellesponto, per un porto facile, ed opportunissimo al commercio di mare; preferito appunto per potervisi approdare placidamente, e sbarcare le merci, e caricar queste, e salparne. Ma accadendo che d’improvviso i barbari si spargessero per le campagne, nulla v’era atto a ritenerli, perchè nè l’arte vi avea eretti luoghi forti, nè la natura presentava difficoltà all’acces-