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e di dolci acque. Ma dal godere di questi vantaggi erano distolti gli abitanti per la paura di vedersi ad ogn’istante sopraffatti dalla violenza de’ Barbari, non avendo nè presidio che li difendesse, nè luogo sicuro ove rifuggirsi: imperciocchè Larissa e Cesarea, essendo smantellate, erano quasi da ogni parte senza riparo. Ma Giustiniano restituite ad entrambe mura fortissime, rendè sicuro e veramente beato quel paese. Non lungi sorgono monti pieni di precipizii, coperti di altissimi alberi; e dicesi ivi avere soggiornato i Centauri, ed avere combattuto coi Lapiti; avendo gli antichi favoleggiato esservi una volta stata una certa razza d’uomini mostruosi e di doppia natura. Non rimane della favola altro monumento, fuorchè il nome dato al castello edificato su que’ monti, il quale anche oggi chiamasi Centauropoli. Le mura di questo Giustiniano Augusto ristaurò; e con esso fortificò anche quello di Eurimene posto nel medesimo sito, e stato soggetto alle medesime rovine. E rinnovò egualmente in Tessaglia altri castelli, i cui nomi, insieme con quelli de’ castelli che costruì in Macedonia, fra poco per ordine riferirò.

Per non abbandonare poi al silenzio parte veruna della Grecia, passeremo nell’isola Eubea, prossima ad Atene e a Maratona. Questa isola sta in faccia della Grecia, e si stende sul mare. Pare che una volta fosse dall’impeto del mare distaccata violentemente da terra ferma; è qui infatti uno stretto canale presso la città di Calcide che divide i terreni a foggia di un rivo: perciò quello stretto si chiama Euripo. Tale si è la situazione di Eubea; e le sponde di quello stretto vengono unite