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Di questa maniera Giustiniano Augusto provvide alle fortificazioni delle Termopili. Rispetto poi alle città, che sono fuori delle Termopili (e in quel tratto sonovene molte), nissuna fuvvi, a cui col massimo impegno non facesse fortissime mura. Fra queste furono Sacco, Ipata, Coracio, Unno, Balea, e Leontario.
A quelli che dall’Illirio vengono in Grecia, due monti presentansi, i quali per molto spazio scendono ad attaccarsi insieme, e formano una stretta, o porta, che chiamiamo Clissura. Nel mezzo di essa scaturisce una fontana, che in estate dà limpida acqua ed eccellente a bersi, la quale discendendo dai monti forma un ruscello. Quando poi piove, sorge ivi un profondo e rapidissimo torrente, che da tutte le cavità raccogliendo l’acque, vien giù fra gli scogli rumoroso. Per quella parte facile adito aprivasi ai Barbari per entrare nelle Termopili, e conseguentemente in quella porzione di Grecia. In addietro quelle gole di monti erano da entrambi i lati fortificate, quinci da quello della città di Eraclea, quindi da quello di Mirople, per breve tratto tra esse divise. Adunque Giustiniano Augusto riedificò le mura di ambidue, che da gran tempo erano cadute in rovina; e con saldissime opere chiuse le strette, e con queste congiunti i due monti, impedì ai Barbari il passaggio. Con che anche quel torrente fu obbligato a stagnare dentro il muro; e superato questo pel lento successivo alzamento a spargersi poi ovunque il caso lo spinge.
Le città pure della Grecia poste al di là da’ muraglioni eretti alle Termopili assicurò, rifatte avendo le