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bilire innumerabili forti, e presidii militari non saprei dir quanti; e a non omettere mezzo alcuno per tenere lontani nemici, com’erano questi, implacabili ed insocievoli: soliti a far la guerra e senza causa, e senza previa dichiarazione; nè a finirla con qualche trattato, nè a sospenderla con alcuna tregua: chè, come occupano senza pretesto, così non lasciano senza tutta prova di ferro. Ciò non ostante tireremo innanzi quanto ci rimane a dire per compimento della presente Storia: meglio essendo condurre a termine il lavoro incominciato, che lasciarlo imperfetto, massimamente che saremmo giustamente colpevoli, se ci fosse grave l’esporre quanto non fu grave al Principe nostro di fare a comun bene. Prima però di enumerare gli edifizii ch’egli fece in Europa, è conveniente premettere alcuni cenni sopra questa parte del mondo.
Dal mare Adriatico una porzione di acque corre a dirittura contro il continente, partendosi dal rimanente mare, e forma il seno Jonio rompendo con lungo sbocco la terra, e a destra bagnando gli Epiroti ed altre nazioni, ed a sinistra i Calabri. Insinuandosi poscia ben lungi abbraccia quasi tutto il continente; ed al disopra correndo in opposto il fiume Istro, dà all’Europa la forma di un’isola. Ivi l’Imperador nostro costrusse parecchi edifizii di massima importanza, coi quali fortificata l’Europa l’adito precluse ai Barbari abitanti al di là di quel fiume.
Ma io debbo incominciare dalla patria di lui, a cui, come in tutte le cose, dobbiamo anche la preferenza nel discorso: poichè giustamente può essa andar super-