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di Procopio, e siasi fatta attenzione al proemio dell’ultimo.

Consapevole l’Eiscelio di non poter togliere che questo libro non sia genuino, discende a screditare Procopio come acerrimo nemico di Giustiniano, e pienissimo di odio contro di lui. E perchè tutto questo? Perchè dice quanto Giustiniano fece di male. — Di che carattere e dignità fosse Procopio sarà detto in appresso: per ora diremo soltanto: che sarebbe della Storia, se quelli che ci lasciarono memoria dei vizii dei cattivi principi, dovessero supporsi nemici acerrimi di essi, e pieni di odio contro di loro? D’altra parte se l’odio e l’inimicizia alcune volte indussero scrittori a narrare i vituperi dei potenti malvagi, non è già detto che per questo essi mentissero. Ciò sarebbe stato contro gl’interessi stessi del loro odio, e della loro inimicizia. L’Eiscelio argomenta quest’odio, e questa inimicizia verso Giustiniano da ciò, che Procopio era pagano di religione, e idolatra. Piacemi di fermarmi alcun poco esaminando la forza delle prove, su cui egli fonda questa imputazione. Egli cita primieramente il seguente passo tolto dal libro I della Guerra gotica in occasione di parlare de’ legati spediti al Pontefice romano per cercar di sedare le discordie dei Cristiani, diversi tra loro di opinione su varii punti. Ecco le parole dello Storico. Quali sieno, dic’egli, le controversie loro, quantunque io non