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corso, non potessero per di là trovare adito. I periti di tali cose chiamano quell’opera Fratta, od Aride, o con altro vocabolo che meglio piaccia loro usare. Nè tirò già quell’argine in retta linea, ma lo fece torto, affinchè la curvatura incontro al fiume piegando, meglio sostenesse la violenza delle acque. Quell’argine poi divise con finestre poste sotto e sopra, onde se per avventura il fiume crescesse improvvisamente, fosse costretto a ristarsi, nè potesse mandar oltre tutta la mole delle sue acque; ma per que’ fori uscendo, a poco a poco cali; nè faccia violenza alle mura. E difatto in quello spazio di quaranta piedi, che sta tra l’argine e il muro esterno, vien la corrente senza violenza veruna, e alla solita apertura del muro convenientemente scendendo, rimane accolta dal canale. In fine, tolte via le porte, che improvvisamente il fiume avea aperte, il posto che da prima occupavano chiuse con grandi macigni, poichè il sito ivi piano dava a ciò facile adito al fiume ristagnante; e la porta collocò in luogo alto presso la parte delle mura poste sul precipizio, ove il fiume non poteva alzarsi. Così l’Imperador nostro fece eseguire.

In quella città gli abitanti gravemente soffrivano di scarsezza d’acqua, non avendo fontana sorgente, nè rivoletti, che in canali artefatti conducessero acqua nelle contrade, nè altra che si serbasse nelle cisterne: al contrario quelli che dimoravano ove passava il fiume, avevano acqua con poco incomodo quanta volevano, mentre gli altri, che n’eran distanti, erano nel duro pericolo o di levarsi la sete con molto stento, o di mo-