Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/405


365

CAPO III.

Crise ingegnere vede in sogno una specie d’argine da opporre al fiume che bagna Dara. La stessa cosa viene in mente a Giustiniano Augusto. Altri edifizii da lui fatti in quella città. Fortificazioni della città di Amida.


Le sopraddette cose fece Giustiniano Augusto nella città di Dara. Ora dirò in che maniera facesse che in avvenire quel fiume non nocesse alla città, in ciò manifestamente aiutato nel suo disegno da Dio. Un certo Crise alessandrino, ingegnere eccellente, solito a servire l’Imperadore nelle fabbriche che intraprendeva, avea fatti molti edifizii tanto in Dara, quanto altrove. Essendo egli in cammino in altre parti, quando il fiume inondò la città, siccome ho narrato, avutone avviso, e gravemente rammaricato, andò a letto, e dormendo ebbe questa visione. Parvegli vedere uno di statura altissima ed eccedente la umana, il quale disegnava, e mostrava una macchina atta a preservare in appresso la città dalla inondazione. Pensando egli che quella fosse una rivelazione divina, dell’accennata macchina, e della notturna sua visione scrisse all’Imperadore, e di quanto avea veduto gli mandò un disegno. Poco prima era all’Augusto capitata da Dara l’informazione dell’accaduto: per lo che commosso l’Imperadore, e gravemente afflitto del caso, chiamò a sè immantinente i celeberrimi architetti Antemio ed Isidoro, de’ quali di sopra feci menzione; e comunicato loro il fatto, do-

Procopio 24