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nosciuto dalle robe, che dalle case di Dara avea asportate, poichè tutta la massa delle medesime colà sbucò. Da quel tempo, regnando pace, e stando in buon ordine le cose, questo fiume scorrendo mezza città, dopo aver riempiute le cisterne di acqua, esce per la bocca che, come dissi, gli aprirono, quelli che la città fabbricarono, ed i vicini campi inaffiando, tutti gli abitanti suol rendere lieti pe’ vantaggi che ne traggono. Quando poi venga esercito nemico per assediar la città, le bocche che abbiamo detto chiuse da inferriate, assicuransi con grosse spranghe, e con travi; e il fiume da mano ingegnosa forzato a divertere e a scaricarsi altrove, portasi nella fossa, e nel baratro, che sta sotto a questa: onde mancanti d’acqua i nemici per necessità debbono levare l’assedio. Così fece Mirrane, condottiere de’ Persiani, regnando Cabade: chè avendo assediata la città, per questo accidente dovette in breve partirne. E così pure accadde molto tempo dopo a Cosroe, il quale con esercito numeroso avea tentato di conquistar la città. Non avendo egli saputo riparare alla mancanza d’acqua, e veduta l’altezza delle mura, giudicandole inespugnabili si pentì del tentativo, e ritornò in Persia, vinto dalla provvidenza dell’Imperadore romano.