colla pubblicazione di un vecchio libro, in cui del carattere di Giustiniano e di Teodora, e del modo col quale entrambi condussero la cosa pubblica in tanti casi particolari, unicamente si tratta. Ciò che era occorso nel regno di questo Imperadore a Silverio, a Vigilio, ad Agapito, papi, era già stato da Procopio accennato negli antecedenti suoi libri; nè in questo, quantunque avesse promesso di toccare quanto di più delle già esposte cose avean sofferto ed essi ed altri uomini di Chiesa, di ciò trovasi poi fatto cenno. D’altronde la riputazione di Giustiniano era già presso i Cattolici formata per quello che altri antichi Storici aveano lasciato scritto di lui, siccome vedremo in appresso da quanto si legge negli Annali del Baronio. Come poi l’Eiscelio intende di rovesciare quanto a giustificazione di Procopio nelle sue Note storiche l’Alemanno adduce? — Per sostenere in suo senso Giustiniano egli non fa che riferire le buone cose da quell’Imperadore operate, o riguardarne superficialmente i fatti ed isolatamente, o dissimulare quante l’Alemanno addotte avea testimonianze di Scrittori contemporanei, o prossimi al tempo di Giustiniano, i quali nulla tratto aveano dalla Storia segreta, e che intanto consentivano poco più, poco meno, col contenuto nella medesima. È egli forse impossibile che chi ha fatto alcune cose buone ne abbia fatte anche molte di cattive? Per rettamente giudicare del carattere e