Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/398

358
LIBRO SECONDO


CAPO PRIMO.

Giustiniano fortifica la città di Dara
da Anastasio imperadore fondata nella Mesopotamia.


Nel passato libro abbiamo parlato de’ nuovi tempii che in Costantinopoli e nelle vicinanze Giustiniano Augusto fabbricò, e di quelli che ristaurò, rovinosi per l’antichità; come pure di tutti gli altri edifizii nella stessa metropoli inalzati. Or volgeremo il discorso alle fortificazioni, delle quali cinse le frontiere dell’impero romano: nel che avremo ad affaticare assai, arduo essendone l’argomento. Chè non di piramidi, opera tanto decantata de’ re di Egitto, fatte ad inutile pompa, dobbiam dire; ma descrivere le rocche, e i luoghi forti con cui il nostro Principe conservò l’imperio, di tal modo munendolo, che mandò a vuoto gli attentati dei barbari contro i Romani. E penso bene d’incominciare dai confini persiani.

Posciachè i Medi, restituita ai Romani Amida, dipartironsi dai confini di questi, siccome da me fu narrato ne’ libri delle Guerre, Anastasio Augusto fece cingere di mura l’ignobile borgo di Dara sul confine persiano, e procurò di farne una città, onde a’ nemici dar che fare, se volessero muovere da quella parte. Ma perchè nel trattato di pace fatto anticamente coi Per-